Mercoledì, 09 Luglio 2025
  
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Radiofonia

Una Radiogiostra Toghissima ;)

Volevo dire a quelli che mi aspettano sulla riva del fiume, che io sono al bar...

È stata una lunga storia la mia, iniziata alle scuole medie, agli albori della radiofonia privata, erano gli anni '70. Col tempo sono riuscito a fare altro, ho cercato e trovato esperienze diverse, ho vissuto e guadagnato meglio, ma per un lungo periodo sono rimasto stranito, impaurito, perplesso, sceso dalla grande radiogiostra che per tanti anni mi ha trasportato oltre le normali aspettative in una lunga avventura indimenticabile, spesso faticosa, straordinaria sempre.

La Storia delle Radio Private Calabresi. Cenni Storici

Se il giornalismo, per sua natura, è lo specchio della società e del periodo in cui si colloca, non si può dire lo stesso del giornalismo radiofonico delle radio private Calabresi. Per molti anni, infatti, l’editoria locale non ha nemmeno contemplato il radiogiornale, tantomeno la figura del giornalista. I primi timidi tentativi d’informazione si devono alla solerzia degli stessi proprietari o a qualche ex “baracchinaro”, deluso dalla pochezza del linguaggio CB.(1) Bisogna fare un tuffo nel passato per ricordare — o immaginare, per i più giovani — un mondo senza Internet, telefoni cellulari o persino il fax, per avere un quadro più definito di quell’informazione radiofonica che sarebbe diventata ciò che oggi conosciamo.Alle trasmissioni “grigie” della Radio Rai degli anni ’70, che contemplavano poche trasmissioni musicali, si contrapponeva la leggerezza delle radio locali, che facevano scivolare in secondo piano l’informazione giornalistica.

I Semianalfabeti (Spikinglish) anni '70

Purtroppo non disponiamo di dati certi sui consumi culturali in Calabria negli anni ‘70, non è dato sapere quanti dischi, libri, riviste o giornali fossero venduti in quel periodo; è invece certificato dall’Istat (Istituto nazionale di statistica) il dato sull’analfabetismo di circa il 15,24% a fronte del 5,20% nazionale.

Le Radio troppo libere degli anni 70 : Anarchia o Libertà?

Benché questa non sia una esposizione tecnica, va sottolineato che, subito dopo la sentenza della Cassazione che autorizzava la trasmissione radiofonica in ambito locale, la banda a modulazione di frequenza assegnata era praticamente libera, ovvero assente da segnali radioelettrici se non quelli a bassissima «intensità di campo» appartenenti a stazioni straniere, pertanto bastavano trasmettitori con pochissimi “watt” per coprire distanze ragguardevoli.

Anni 80 - La Radio Libera diventa Privata

La trasformazione da disc-jockey a speaker radiofonico, da scribacchino a giornalista... L'attenzione sulle radio iniziò a concretizzarsi solo con l'arrivo degli anni '80 e le cronache sportive delle squadre che «Tutto il calcio minuto per minuto» (1) della RAI non sapeva neppure esistessero o quelle notizie che non facevano gola neppure ai giornali Regionali. Con l’inizio del decennio qualcuno, scimmiottando le stazioni private delle grandi città del Nord, iniziava a progettare degli investimenti immaginando la radio locale non più esclusivamente come strumento di libera espressione, ma come una impresa privata bisognosa di investimenti e capace di sviluppare dei guadagni seppur al tempo assolutamente modesti.

Edoardo Maruca

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