Radiofonia

Anni 80 - La Radio Libera diventa Privata

La trasformazione da disc-jockey a speaker radiofonico, da scribacchino a giornalista... L'attenzione sulle radio iniziò a concretizzarsi solo con l'arrivo degli anni '80 e le cronache sportive delle squadre che «Tutto il calcio minuto per minuto» (1) della RAI non sapeva neppure esistessero o quelle notizie che non facevano gola neppure ai giornali Regionali. Con l’inizio del decennio qualcuno, scimmiottando le stazioni private delle grandi città del Nord, iniziava a progettare degli investimenti immaginando la radio locale non più esclusivamente come strumento di libera espressione, ma come una impresa privata bisognosa di investimenti e capace di sviluppare dei guadagni seppur al tempo assolutamente modesti.

Si continuava a fare la radio nelle soffitte o negli studi insonorizzati con le scatole delle uova (2) che posizionate al contrario «spezzano» con i piramidali le onde «armoniche» generate dal suono evitando fastidiosi riverberi.

Nella maggior parte dei casi le strumentazioni erano inadeguate e spesso auto costruite, copiando gli schemi elettrici della «Bibbia» del radiofonico in erba ovvero il mensile Cq Elettronica (3). Furono i primi piccoli imprenditori della radiofonia Calabrese: Dieni a Cosenza, Boemi a Catanzaro, Rodà a Reggio Calabria e Riga a Crotone, a dettare le regole che avrebbero trasformato anche se lentamente, quelle radio ancora «bambine» da una condizione pseudo anarchica a una parvenza di azienda commerciale; contestualmente arrivarono le iscrizioni alla camera di commercio, libri contabili etc. Tuttavia, sarebbero dovuti passare ancora degli anni per strutturare una trasmissione radiofonica con programmazione cadenzata e continuata con l’inserimento dei giornali radio.

In Calabria, non si respirava l'attacco al monopolio della RAI sferrato dalle stazioni di Milano a capo di quella che sarebbe stata la rivoluzione nel linguaggio della comunicazione e anzi, si prendeva spunto proprio dai «guru» della radio di Stato, con la voce impostata e quelle vocali «chiuse» che, per gli speaker Calabresi erano e sono, per natura fonica, difficili da pronunciare. Negli anni '80 il mondo era più grande di come oggi lo conosciamo. Il Nuovissimo Aeroporto di Lamezia garantiva 3 costosissimi voli settimanali per Roma e 2 per Milano e la domenica uno per Catania. Il treno in partenza da Paola raggiungeva Roma in 8 ore con ritardi sistematici e, come scrivevo nell’introduzione, bisogna fare necessariamente un tuffo nel passato per ricordare, o immaginare, «per i più giovani», un mondo senza Internet o telefoni cellulari, per avere un quadro più definito di quella radiofonia che sarebbe diventata come oggi noi la conosciamo.

I primi radiofonici professionisti del tempo, spiegano che bisognava andare a Roma almeno due volte al mese per comprare i dischi d’importazione e andare in discoteca per capire quali fossero le tendenze del momento o a Milano per comprare i mixer, trasmettitori antenne e varia strumentazione professionale. Vieppiù che, nel periodo del Boom della commercializzazione di apparati per la riproduzione audio (audio cassette, bobine e giradischi), l’industria Broadcast era praticamente inesistente, a parte qualche laboratorio Lombardo «Pirovano/ Semprini/ Munter» e qualche importatore di apparati esteri. La professionalizzazione della Radio privata e il contestuale abbozzo di azienda strutturata, istituirono le prime due figure dipendenti dal mezzo: il giornalista radiofonico e lo speaker radiofonico generalista, dove quest’ultimo era un ibrido tra speaker, tecnico della bassa e dell’alta frequenza, giornalista, regista, fonico e quant’altro e si ispirava a quella figura, poi diventata mitologica in America, dove le radio hanno tutt’oggi la stessa dimensione delle Radio Private italiane degli anni '80.

Negli Stati Uniti d’America è vietata la trasmissione contemporanea sul territorio nazionale. Quello che rendeva inarrestabile il successo delle radio private era sostanzialmente la mancanza di ogni tipo di offerta «mass mediale» alternativa, vincere facile era scontato; tuttavia, la «rivalità tra radio» iniziava a delineare un contesto concorrenziale: segnali più forti, audio più elaborato, speaker migliori, programmazione musicale curata, giornali radio realizzati meglio al fine di sbaragliare la concorrenza. La radio privata diventò e rimase per anni l’unico strumento per la diffusione musicale commerciale, quando ancora di dischi se ne vendevano milioni. Non sembrava vero che al citofono di Radio Touring 104 di Reggio Calabria o a quello di Radio Cosenza Centrale, suonassero personaggi come Dalla, Morandi, Venditti e tanti altri, spediti dalle case discografiche in giro per i Radio tour.

Non ci è sembrato neppure vero (tuttavia lo è stato) che un sabato mattina del mese di Maggio del 1981 se non ricordo male, si presentarono alla porta di Radio Cosenza Centrale tre persone armate di pistola e incappucciate dicendo di appartenere a un sedicente nucleo della destra extraparlamentare. Ci radunarono in una stanza sotto la minaccia delle armi e uno dei tre, si fece accompagnare in sala radio costringendo Francesco, lo speaker in quel momento in trasmissione, alla lettura di un comunicato di matrice politica. Il giovanissimo conduttore ebbe comunque il sangue freddo per leggere «pacatamente» il comunicato politico che ascoltammo da un ricevitore acceso nella stanza attigua.

«Attenzione, Radio Cosenza Centrale è stata occupata» Ci guardammo l’un l’altro terrorizzati e probabilmente pensammo, «oddìo, emmò che succede». L’editore della radio, più adulto, durante gli infiniti minuti «dell’occupazione» continuava ad ammonirci alla calma, mentre un balordo scriveva con una bomboletta spray di colore nero sui muri del corridoio della radio messaggi inneggianti al duce.

Andarono via con la stessa velocità con cui erano venuti. Telefonammo immediatamente alla Polizia. Ricordo le parole di un assistente capo: «Giovanò, smettila di tremare, sono andati via». Successivamente in questura ci fu una passerella di persone sospettate o sospettabili ma non riconoscemmo nessuno. Quando un ufficiale mi domandò ma secondo lei: «perché proprio Radio Cosenza Centrale?» Ebbi a rispondere «beh, perché siamo i numeri uno» Uhm, avrebbero dovuto arrestare me per la cretinaggine dei miei 20 anni... Spiegai che Radio Cosenza Centrale era un posto in cui la politica nulla aveva a che vedere e certamente ci avevano «scelto» in quanto più ascoltati. Non mi è mancato di sicuro il Jingle «la più ascoltata dai terroristi» ma sono certo che se un episodio simile fosse accaduto oggi, saremmo strumentalmente stati in qualche modo martiri. Per rispetto dei lettori scrivo che essendo trascorsi 40 anni, solo negli archivi della procura della repubblica (forse) resiste qualche faldone da cercare a mano. Presenterò, se permesso, formale istanza di accesso per uso giornalistico cercando di ricordarne almeno la data esatta.

Per capire cosa potesse significare una trasmissione informativa fatta dai primi giornalisti «pubblicisti», gli imprenditori radiofonici che nel frattempo erano diventati editori, spinsero le radiocronache sportive; erano gli anni dei successi delle squadre Calabresi: il Catanzaro in serie A «fino al 1982», Il Cosenza dalla C2 alla serie B «anni 1982-1989», Reggina in serie B «anni 1987-1989»

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1) Cfr https://it.wikipedia.org/wiki/Tutto_il_calcio_minuto_per_minuto Tutto il calcio minuto per minuto è una popolare trasmissione radiofonica di Rai Radio 1 dedicata alle radiocronache in diretta del campionato italiano di calcio, ideata nel 1959 da Guglielmo Moretti Negli anni settanta e ottanta, non essendovi ancora presente una concorrenza televisiva, la trasmissione toccò punte di 25 milioni di radioascoltatori.

(2) Le scatole delle uova posizionate al contrario “spezzano” con i piramidali le onde “armoniche” generate dal suono evitando fastidiosi riverberi.

(3) CQ elettronica è stata una rivista tecnica italiana che si è occupata di elettronica e radiantismo a livello hobbistico. Nata nel 1959 con nome di "Costruire Diverte", nel corso degli anni ha mutato la propria denominazione prima in "CD elettronica" e in seguito in "CQ elettronica

(4) BOX http://www.treccani.it/enciclopedia/dialetti-meridionali

Il tratto principale che separa i dialetti alto-meridionali dai dialetti meridionali estremi è il trattamento delle vocali non accentate (“atone”) finali: nei primi, queste subiscono un mutamento in /ə/ (vocale popolarmente definita “indistinta”), mentre questo non avviene nel dialetto del Salento né in quelli della Calabria meridionale

(5)http://www.newslinet.com/2010/03/07/storia-della-radiotelevisione-italiana-le-esperienze-di-syndication-degli-usa-come-esempio-delle-prime-iniziative-in-italia/

Negli Stati Uniti programmi locali e nazionali sono da sempre fenomeni complementari: quasi tutte le dodicimila radio americane via etere hanno, infatti, marchi locali e raramente possono essere ascoltate al di fuori della singola città o contea. Egualmente, tuttavia, la pressoché totalità delle emittenti statunitensi irradia anche programmi realizzati da broadcaster o produttori nazionali (“network” o “syndication”), trasferendo anche sul medium radiofonico (ma in generale su tutti i media) quel sistema federale così profondamente innestato nel contesto socioculturale americano. Va detto che, a differenza che in Europa, negli USA il monopolio dell’attività di radiodiffusione sonora in capo allo Stato è un fenomeno sconosciuto

(6) L’informazione è lo scambio di notizie e dati dai media al pubblico, è un servizio che risponde al bisogno delle comunità di conoscere ed è prodotta con un metodo controllato, attraverso l’uso di fonti che si possono verificare

 "L'Evoluzione del Linguaggio e del Giornalismo nella storia delle Radio Private" (di Edoardo Maruca) 

Edoardo Maruca - PARTE QUINTA

 

 

 

 

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